
ALIENS
« Alien » [a.ljɛn] è un termine francese che deriva dall’antico francese e significa « straniero » in senso lato del termine (la parola conserva ancora questa accezione per esempio nell’inglese americano, dove un immigrante straniero può essere designato come alien). In francese la parola ha mantenuto oggi il senso ristretto di extraterrestre (nome e aggettivo). Wikipedia
ALIENS è una storia di territori, da conquistare o da abitare, da capire e fare propri. È una riflessione sulla libertà e sulla dominio, sull’accettazione e il rifiuto. È un dialogo fra madre e figlia, una bruna con gli occhi scuri, italiana di nascita, e l’altra pallida con gli occhi verdi, di padre nord-irlandese, nata a Belfast. Perché la genetica non è acqua, ma scorre profonda e tende trabocchetti a chi vorrebbe giocare sugli stereotipi, a chi preferisce dividere e semplificare piuttosto che unire ed esplorare la complessità della vita. Quando parti poi non appartieni più a nessun posto, o per lo meno non sarai mai più di un posto solo. E la tua discendenza sarà « meticcia alla vita », capace di appartenere a tante cose tutte insieme. Per alcuni è ricchezza, per altri è paura, rifiuto.
In un mondo in cui le frontiere diventano sempre più aggressive, in cui la caccia agli alieni – di razza, di genere e di ideologia – ricorda sempre più da vicino la caccia alle streghe del medioevo… due streghette armate di registratore, carta, penna e videocamera compiranno un viaggio “coast-to coast », dall’Irlanda del Nord alla Sicilia, per mettere i piedi a bagno in due mari lontani e lasciare che comunichino tra loro in tutta libertà.
Una mattina di guerra sulle coste dell’Irlanda del Nord l’oceano restituisce alle spiagge del Donegal centinaia di corpi di italiani. Sono tutti uomini. Le donne verranno a riconoscere i cadaveri. Per lo meno le fortunate che ritroveranno un corpo. Per le altre resterà solo il frastuono delle onde e il vento forte. È una storia dimenticata, di cui in Italia si sa poco o niente. Ho chiesto a mia figlia che in quelle contrade è nata 24 anni fa di fare insieme un lavoro di archeologia. Perché in qualche modo è anche la nostra storia, quella della nostra famiglia, intimamente legata ad un’eredità che non sapevamo di portare in noi. E la nostra ricerca si ancora nel presente, in un’Italia in difficoltà identitaria, in cui il pensiero fascista sembra ritrovare un nuovo e pericoloso slancio e da cui i giovani continuano a partire. Il viaggio fra l’Irlanda del Nord dove i nostri connazionali venivano chiamati « aliens » e l’Italia di oggi sulle cui coste arrivano quotidianamente altri « alieni », altri corpi, deve essere compiuto « a due voci », da due identità che si completano. Un viaggio fisico e mentale – da Belfast attraversando lo stivale italiano fino alle coste della Sicilia – per interrogarsi su quel senso fragile di « appartenenza » che per noi, Alessandra la madre e Marta, la figlia, è sempre stato un equilibrio complicato da mantenere.